Mamma Natale

Sono la MAMMA NATALE di questa cucciola ottenne
Sono la MAMMA NATALE di questa cucciola ottennE

Chi è Babbo? La lettera più difficile

Questa è la lettera più difficile che io abbia mai scritto. Nella tua lettera a Babbo Natale hai chiesto di ricevere una lettera da Babbo Natale.

Questa non l’avevo messa in conto. Non l’avevo mai sentita dalle amiche. Non l’avevo mai letta su un forum per mamme. Normalmente i bambini della tua età chiederebbero un costoso gioco elettronico o tablet o una bambola alla moda o…chennesò. Insomma, sono impreparata. A questo punto vorrei dirti un paio di cose vere.

Avevo un giorno che sorgeva con il sole. E un gioco per inventarmi l’amore. Sempre diverso e sempre lo stesso: io ero la mamma e poi c’era una figlia o anche due e, a volte, c’era anche un papà. Ci giocavo dappertutto, ma soprattutto mi piaceva giocarci fuori, quando mi portavano in campagna la domenica. I miei nonni vivevano là. Nonno era un pastore. La nonna era bella, con due mani che sapevano di pane e di formaggio. Come il nonno, aveva lo sguardo dolce, ma anche serio e saggio. Mi piaceva tanto fare la buffa per strappargli un sorriso. Il nonno ne aveva uno da modello. C’erano tanti animali, pecore, galline, conigli, cavalli, gatti e cani e tanti zii. Nel mezzo di tutto questo, sotto il sole, io giocavo a inventarmi storie d’amore a non finire. Ma qualche volta arrivava un momento… la nonna usciva in veranda con le mani bagnate di bucato. Le asciugava sul grembiule. Odorava l’aria e diceva “questa è tramontana”. Allora io diventavo un pochino triste. Perché la conoscevo la tramontana. La tramontana è un vento e quando viene corrisponde a un colore di cielo particolare. Ci può essere ancora il sole, ma tutto sembra strano e d’argento e ti vengono le mani lisce lisce. Poi, quasi sempre, dopo poco piove. Così, io dovevo smettere di giocare. Quando arrivava quel momento si rompeva una magia. La mia nonna mi portava dentro, mi faceva lavare le mani, mi metteva un grembiule e insieme impastavamo acqua e farina per fare il pane o la pasta, poi arrivava il nonno col formaggio, gli zii che apparecchiavano, i cani sotto al tavolo e… insomma, io diventavo di nuovo felice. Ma felice felice! La magia era che loro erano lì con me.

Mi si riempiono gli occhi di nostalgia. Oggi quelli sono i momenti più belli di quando ero bambina. Anche la tramontana! Quando la sento arrivare, è magica, perché mi accende questi ricordi. Avevo un giorno che sorgeva con il sole, adesso se contabilizzo le ore che passo a dormire non ci faccio una giornata. Ma certi ricordi sono lunghi una vita. Sono cose vere. Mi mancano. Avevo un giorno che sorgeva con il sole. E un gioco per inventarmi l’amore. Sempre diverso e sempre lo stesso: io ero la mamma e poi c’era una figlia o anche due e, a volte, c’era anche un papà. Ci giocavo dappertutto… poi sono cresciuta e, tramontana o no, ho smesso di giocare.

Ma non ho smesso di credere nelle magie. Perché ci sei tu e sei quell’amore che costruivo nel mio gioco di bambina. E anche se Babbo Natale sono io, continua sempre a scrivere liste di desideri, io sono quì per te.

Spero che nel futuro questa lettera ti faccia lo stesso effetto che fa in me la tramontana. Spero che quando, da grande, penserai al giorno in cui hai scoperto che la mamma è Babbo Natale ti si possano riempire gli occhi di amore.

Eccole qua un paio di verità: io sono Babbo Natale e tu sei l’Amore. Festeggiamo, ti va?

Mamma Ornella

P.s.: Ginevra stamattina ha letto la mia lettera. Si è commossa e mi ha detto: ti amo Mamma Natale!

 

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