Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita

Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita… se lo fosse davvero, a cosa peserei? Mi sono svegliata tre giorni fa che ero in albergo, sono andata a fare la doccia e girando inavvertitamente il miscelatore verso il getto dell’acqua fredda, tra i brividi, ecco che arriva impietosa la domanda: se fosse l’ultimo giorno della mia vita? Se lo fosse davvero, a cosa penserei? Risposta: a tutte le cose che mi hanno lasciato o che ho dovuto lasciare, ma che pure sto ancora aspettando. Sono sabbia al vento, mi muovo, giro e vado. Parlo la lingua della sabbia e cerco la voce del mare. La destinazione. Sono il messaggio muto in una bottiglia. affidato alle onde. Il messaggio muto in una bottiglia, dato al mare, che solo tra le labbra di chi lo legge può cullarsi nel riposo. Sono l’attesa di chi, con una mano, ha gettato alle correnti la speranza senza ritorno. E così, senza toccarle, posso sognare quelle labbra e così, senza sentirla, posso ascoltare quella voce. Identica, perfetta, esattamente come quando era mia. Poi… sul più bello… si palesa la realtà: l’acqua della doccia di Lucca, all’improvviso, scotta! Qualcuno bussa alla porta, squilla anche il telefono e io tiro giù un po’ di santi dal paradiso. Indosso l’accappatoio, respiro e penso: e se fosse l’ultimo giorno della mia vita? Non apro, mi butto sul letto e mi addormento. Ecco, se fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei trascorrerlo così: infischiandomene di tutti e riposando (possibilmente sul lettone con le bimbe).