5-11-14 IL CUORE CHE BATTE

Si può imprigionare un corpo, ma una idea e ancora di più un sentimento, nessuno, niente, può metterli in catene. Questo è il principio che fa paura al potere. Questo è il principio che può fare la rivoluzione. Che sia grande o piccola piccola non importa. Quello che conta è che ogni cuore che batte scandisce il tempo della vita, anche se ci vedono gli orologi e ci misurano i secondi e ci impongono le ore di libertà da respirare. Ci vuole cuore!

“E l’amore guardò il tempo e rise, perché sapeva di non averne bisogno. Finse di morire per un giorno, e di rifiorire alla sera, senza leggi da rispettare. Si addormentò in un angolo di cuore per un tempo che non esisteva. Fuggì senza allontanarsi, ritornò senza essere partito, il tempo moriva e lui restava.” (L. Pirandello)

Caro diario, io una cosa vera vera vera te la voglio scrivere stasera. Si, prima di chiudere gli occhi e riaprirli al cielo di domani voglio scriverti che è stato bello ed è stato Teatro quello che ha creato un gruppo ritrovato di persone mosse dalla voglia e dalla passione, che non si sono arrese e non si sono fermate, senza esitazione. Da quando ho deciso di fare questo mestiere mi sono sempre sentita al servizio, il teatro si fa con la gente e per la gente. Il teatro richiede un requisito minimo indispensabile, non per il teatro, ma per continuare a essere umani: che ci siano almeno due persone, nello stesso spazio, nello stesso tempo e nello stesso luogo. Insieme! Questo è il teatro. Il totale che conta più della somma delle singole parti. Che anche se suona di retorica, è il fondamento della civiltà. Io potrò anche tenere le lezioni, ma l’insegnamento grande è quello che mi avete dato voi stasera e sempre: SI PUO’ ESSERE UMANI. IN OGNI TENEREZZA E’ ANCORA POSSIBILE SCOPRIRSI LIBERI, VIVI. A queste persone meravigliose, alle quali non credo di poter insegnare nulla in fatto di umanità, prometto di dare tutto quello che so e di fare tutto quello che posso per continuare a difenderne la libertà…di scegliere, di scegliere ad ogni passo dove poggiare il piede. A queste persone rivolgo la mia più profonda gratitudine. A queste persone dedico l’incipit del manifesto di TAC che ho scritto qualche mese fa e che non ho mai divulgato prima d’ora in forma dichiarata. Eccolo a seguire.
– “Eccomi”, dissi io. “Eccomi”, disse l’altro. “Eccoci”, risposero in coro. Si misero in cerchio e furono uomini e donne. E fu Teatro. In bilico su una scala, aggrappati alla luna. Sfidarono i sogni sospesi, tra la terra e il cielo. Immaginavano mondi possibili e li posero sulle tavole di un palco. Risposero alla chiamata e il teatro si fece vita, per vocazione. SIATE CARSICI E DIROMPENTI A VALLE! T.A.C. –
Pubblicamente. Ornella