Ai fratelli naufragati nel Canale di Sicilia.

60 miglia a nord.

60 miglia a nord. Si piange, si ride, si fugge, si insegue. Si fanno promesse, si accettano sfide. C’è stato un tempo in cui l’ingenuità era un ciglio sul mio dito. Sono nata nella terra degli uomini, coi sogni in bella vista dietro l’angolo. 60 miglia a nord. C’è una vetrina piena d’acqua di mare. Si guarda ma non si può toccare. C’è una vetrina piena di statue che nessuno può comprare. 60 miglia a nord. Futuro sotto sale. 60 miglia a nord sono ridicola. Si accarezzano mani, si stringono accordi, si balla la musica parlando con dio. C’è stato un tempo in cui l’ingenuità era un ciglio sul mio dito. Sono cresciuta nella terra degli eroi, con la laurea, la cravatta, la gonnella e la mazzetta per la predica ogni domenica. 60 miglia a nord c’è una vetrina, accanto alla vetrina c’è una edicola. 950 statue di sale: la notizia. C’è stato un tempo in cui l’ingenuità era un ciglio sul mio dito, sarebbe bastato un soffio per realizzare il desiderio. Poi venne il tempo della verità e annego.  60 miglia a nord c’era la Libia. Per citarmi un po’ addosso: “CI CHIEDONO CHI SIAMO, CHE SOGNI FACCIAMO, QUALE PASSATO ALLE NOSTRE SPALLE. MI GIRO DI SCHIENA: QUESTO E’ TUTTO L’INDIETRO CHE MI RIMANE” – il migrante-

Ai fratelli naufragati nel Canale di Sicilia, mio mare: Inshallah

Come barche di carta verso l’azzurro… Ciao.

come barche di carta verso l'azzurro. Ciao fratelli
come barche di carta verso l’azzurro. Ciao fratelli