Libera-azione

Prendiamo per esempio uno… Uno chi? Uno me! Quindi, prendiamo per esempio “una”. Poniamo per esempio che “una” si svegli di lunedì alle 10, indossi pantaloni, giacca e sciarpa e uscendo inizi a camminare. Badate bene, camminare e basta (senza meta, cellulare, senza niente da sbrigare… insomma, solo camminare). Ora, poniamo per esempio che “una” giunga in un parco. E sempre per esempio, poniamo che si sieda su un’ altalena e poniamo per esempio che piova. Non c’è nessuno (solo lei e l’altalena). Inizia a dondolare. Ora, fermatevi un momento e batate al parco. Vuoto, buio, umido e fermo (come la strada intorno e il centro). “Una” dondola sull’altalena, anche lei umida, grigia e sola. Quando… in un momento… tra l’ondeggiare avanti e indietro, prende forma un sorriso. Sono le 11? Le 11.30? Forse sono le 12? Che importa! Il tempo dell’orologio non esiste! Quello poetico interno segna l’ora esatta per dondolare e sorridere. “Una” sorride. Ha in faccia la mezza luna all’insù della libertà! E non diventa luminoso solo il parco, ma anche la strada intorno e tutto il centro. Perché? Se non lo avete capito, prendete un lunedì (meglio se piove). Svegliatevi alle 10. Indossate il necessario per coprirvi e uscite di casa solo per camminare. Fermatevi in un parco. Sedetevi su un’altalena e iniziate a dondolare.

SIATE CARSICI E DIROMPENTI A VALLE!

Il teatro è come la verità: libera!

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