Vagina. Il velo di Maya era solo l’Imene!

LA METAFISICA DELL’IMENE, OVVERO IL GUSTO DEL NIENTE! (RIFLETTENDO SUL PERCHÉ’ OGGI HO SCRITTO UNO SPETTACOLO CON QUESTO NOME)

Il paradiso. La prima donna, un giardino, un albero e un frutto. La prima tentazione, il primo peccato originale è solo il primo tentativo di riportarci con i piedi per terra. Di riportarci a questo: che la verità è sempre banale! Come la prima penetrazione, il primo rapporto sessuale. Quasi tutte le fanciulle si aspettano che accada una qualche magia là sotto, una trasformazione, un accadimento speciale (sangue, dolore… lenzuola macchiate e tutte quelle coseche mediamente a tutte sono state raccontate). Ma mediamente l’imene è già bello che rotto ancora prima della prima penetrazione e normalmente questo accade per una causa banale: facendo sport ad esempio! A me tutta questa aspettativa riguardo al sesso mi ha un pò stancato. Il sesso è libertà non metafisica. Mi affascina, invece, la metafisica dell’imene! Il velo di Maya deve essere l’imene. Originario ed essenziale perché  capace di rendere poetico quello che altrimenti sarebbe solo banale: la verità. Che non c’è niente oltre, che “squarciare” è un verbo inagibile se non c’è nulla da rompere, questa è la verità. Che le cose stanno così come potrebbero stare colì indifferentemente e che siamo inguaribilmente romantici per sopravvivenza! (PRO-VOCAZIONE)

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T.A.C. (teatro a chiamata: quando il teatro chiama, noi rispondiamo!)