16 anni. 1 frase: “Ogni vero uomo ottiene immancabilmente quello che il suo vero io gli impone di volere”.
16 anni sono una manciata… erano pochi e molto ben confusi… ma la frase diradò per sempre la nebbia della mia adolescenza. Quella sera insieme alla pagina voltai la carta del futuro… credo che divenni più grande quella sera: è così! Mi dissi.
Nel libro che riposi religiosamente sul comodino, prima di spegnere nell’ordine occhi e luce, c’era scritto anche:
La maggior parte degli uomini non vuol nuotare prima di saper nuotare. Spiritosa, vero? Certo che non vogliono nuotare, sono nati per la terra, non per l’acqua. E naturalmente non vogliono pensare: infatti sono nati per la vita, non per il pensiero. Già, e chi pensa, chi concentra la vita nel pensiero può andare molto avanti, è vero. Ma ha scambiato la terra con l’acqua e a un certo momento affogherà
Scongiurai l’annegamento e mi aggrappai allo scoglio di quelle parole che mi ripeto ancora oggi, ad ogni alta marea. Sembrerà stupido o sembrerò banale, ma ogni volta che il vento gonfia le onde e sono stanca di nuotare io ho uno scoglio e mi piace di più il mare.
Il libro era “Il lupo della steppa” e il protagonista finisce in un teatro: “Teatro magico, solo per pochi. Costo del biglietto: la vita”. Segni del destino…
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