E vaffa!

Ma chi l’ha detto? Chi ha detto che la felicità non sia un dovere? Chi l’ha detto che bisogna soffrire per essere felici? Che il sacrificio è ben ricompensato. Che le attese soddisfano la pazienza. Che si impara dagli errori. Chi l’ha detto? Gli errori più grossi che ho commesso continuo a ripeterli. I miei sacrifici più importanti sono un conto ancora in sospeso con la gioia. Quello che ho aspettato con pazienza non è mai arrivato. E allora? E allora.. la corsa, la musica e il sole e un bacio la mattina alle mie figlie. Essere felici non è un esercizio quotidiano di resistenza. E’ abbandono! Mollare. Lasciare che tutto il resto giri intorno e vada come vada. Non sempre, è chiaro. Ma di tanto in tanto… prendere l’asfalto e andare. Verso dove? Non importa. La corsa, la musica e il sole… e un bacio la mattina alle mie figlie. Anche soffrire è una attività importante. Bisogna soffrire bene. Si deve imparare a soffrire, come si deve imparare ad essere felici. Con lo stesso impegno. Quindi? Quindi: prendere un magone, lasciare pure che si trasformi in ghigno e impastarlo accuratamente con amore per se stessi q.b. fino a ottenere un bel sorriso. Non sarà una ricetta perfetta per vivere sereni, ma per mandare al cesso qualche stronzo si! La corsa, la musica e il sole… Il resto? Il resto ve lo lascio stile mancia, insieme a un vaffa per chi ci vuole male! Ma sempre col sorriso, naturalmente! Ciao ciao

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