IL CONTAGOCCE

Tra giovedì e sabato scorso mi è sembrato di vivere così tanto che ho bisogno di fissare almeno quattro punti che chiamerò così: IL CONTAGOCCE; IL CERCHIO DI DONNE; LA 90; LA PACE.

Il CONTAGOCCE. Il contagocce l’ho sempre ammirato. Lui separa, scandisce e misura. L”ho sempre trovato un oggetto degno di rispetto o al massimo una metafora interessante. Ma da ieri è diventato qualcosa di più. Ieri nel mio paesaggio mentale qualcosa si è staccato dallo sfondo e lui, il contagocce, ha conquistato il primo piano. Fuori da un locale di Milano io e un gruppo di Teatranti, esattamente come me tutti per costituzione allo sbando, ci ritroviamo a raccontarci la vita. Chiusi fuori, causa sigaretta, io, Pako (detto ” il pronto”) e suo cugino (detto “lo strano”), stavamo sondando il ruolo di caffè e fumo nelle situazioni amorose. Fin qui solo routine, tutto normale, ma… a un certo punto… Pako “Il pronto” dice di aver regalato, qualche anno fa, a “Lo strano” un contagocce per il compleanno. La domanda mi sorge spontanea: perché? Alla risposta mi cade la mascella! “Il pronto” racconta che “Lo strano”, un giorno, gli confessa che ama fumare la sigaretta dopo un “goccio di caffè”. Alla notizia si precipita in farmacia e acquista un contagocce! Riempie la boccetta di caffè, confeziona il regalo e lo consegna al cugino. Che omaggio simpatico, ho pensato. Ma… mi cade la mascella quando… “Lo strano”, proprio in quel momento, proprio davanti ai miei occhi, con naturalezza e disinvoltura, apre il suo borsello e estrae lui, il contagocce! Svita il tappo, solleva il braccio, apre la bocca e ingurgita la goccia. Ripone il tutto, accende la sigaretta  e si mette a parlare con la tizia di fianco. E’ proprio vero, la gente di teatro è gente di fatti, di azione ( e anche parecchio strana)!

Allego la foto che immortala il contagocce nella mano de “Lo strano”