LASCIAR SOGNARE (ammetto il conflitto). Riflessioni tra TEATRO e PITTURA

Prendi, per esempio, una linea e lasciala sognare…

Più volte, in una foresta, ho sentito che non ero io a guardare la foresta. Ho sentito, certi giorni, che erano gli alberi che mi guardavano. Io ero là, in ascolto… Credo che il pittore debba lasciarsi penetrare dall’universo, e non volerlo penetrare… Attendo di essere interamente sommerso, sepolto. FORSE DIPINGO PER NASCERE (Andrè Marchant).

Klee diceva che LE LINEE NON IMITANO IL VISIBILE, LO RENDONO VISIBILE. Le linee sono lo schizzo di una genesi delle cose. Così, per dare davvero l’asse generatore di un uomo il pittore avrebbe bisogno di un insieme talmente aggrovigliato di linee che non potrebbe più trattarsi di una rappresentazione veramente elementare. Decide allora di affidare al titolo il compito di designare prosaicamente l’essere costituito, lasciando la pittura libera di essere fondamentale, indiretta, ASSOLUTA!

L’ATTORE è UN POETA CHE SCRIVE COL CORPO O UN PITTORE CHE COL CORPO DIPINGE. Lasciandosi penetrare dal mondo genera linee libere di sognare. FORSE FACCIO TEATRO PER NASCERE. FORSE SCRIVO PER CRESCERE.

Da regista, quando vedo insiemi aggrovigliati di linee, penso a come dare al sottotesto una forma (un “titolo”) in grado di designare prosaicamente

conflitto
conflitto

quell’essere costituito, lasciando l’attore libero di essere fondamentale, indiretto, ASSOLUTO.

Da attrice, in quell’insieme aggrovigliato di linee, desidero perdermi ASSOLUTAMENTE..

Sono due anime che difficilmente vivono insieme pacifiche. Sono io: in guerra e in pace con il mondo. Ammetto il confitto.